È bene dare uno spazio alle riflessioni di Eric Berne sul mito e sui rapporti d’amore. Berne mette in evidenza come sia nella relazione di coppia, sia nella ricerca di intimità con sé stessi così come nel mito, tendiamo a riproporre determinati copioni e giochi”. I passaggi presenti nei miti greci sono, secondo Berne, la base della versione primitiva del copione.
Per Berne è intimità “ogni rapporto tra due persone che sia libero da giochi e da manovre di potere”. Parliamo di “un con-tatto intimo, uno scambio di carezze”, tanto più ricco quanto più a comunicare sono i Bambini, con la presenza dell’Adulto che sa quello che fa e del Genitore che approva. Ed è proprio sul riconoscimento di tutte le componenti legate all’intimità di coppia che voglio porre adesso l’accento.
Qui vorrei soffermarmi, grazie all’aiuto del mito, sul percorso di conoscenza, accettazione e integrazione necessario all’adulto per entrare nello spazio intimo e vedere realmente l’Altro. Sono fasi che riguardano le dinamiche interne alla persona, ma questo è un passaggio necessario per accedere all’integrazione di mente e corpo, integrazione necessaria per il con-tatto intimo.
Tra tutti i miti quello di Amore e Psiche è il mito che racconta meglio la ricerca da parte della protagonista della propria anima (Psiche appunto) nell’accettazione totale dei suoi aspetti e nel riconoscimento dei mostri e delle profondità di Amore. Si tratta di un percorso sensoriale, è il sentire (l’Io-Bambino con la sua curiosità), guidato dalla vista (l’Io-Adulto che da direzione), ad accompagnare Psiche alla riscoperta delle proprie profondità.
In breve, la favola di Apuleio[1]racconta di Psiche che vive in un regno indefinito ed è la minore delle tre figlie di un sovrano. Afrodite, dea della bellezza, gelosa della ragazza, decide di consultare l’oracolo di Apollo a Mileto e riceve questo vaticinio:
“In cima a un alto monte, a nozze sia vestita, lascia tua figlia, o re, per nozze senza vita.
Non t’aspettare un genero d’origine mortale, ma un mostro velenoso, spietato e esiziale:
ne trema Giove stesso che temono anche i numi, e L’Ade ne ha paura, con gl’infernali fiumi”
In realtà quel mostro altri non è che Amore, il figlio di Afrodite, che impone una sola regola a Psiche: affinché il loro rapporto amoroso duri a lungo: “ella non dovrà mai vederlo in volto”. Le sorelle invidiose, descrivendolo come un mostro, la incitano ad ucciderlo. Così la notte successiva Psiche, con una lampada ad olio, si avvicina ad Amore e rimane affascinata nel vederne il volto. Ma la fanciulla non si accorge della goccia di olio che cade sul piede del divino, facendolo alzare di scatto. Sentendosi offeso, Amore vola via. Afrodite, scoperto l’inganno, decide di punire Psiche sottoponendola a 4 difficili prove. Da Eros e Psiche nasce una figlia chiamata Voluttà.
Psiche avvicinando la lampada al volto di Amore scopre un essere bellissimo di cui si innamora immediatamente, questo passaggio rappresenta molto bene il fenomeno che Berne definisce “accensione”:
“la persona giusta preme l’interruttore, e l’intero corpo si illumina, dagli occhi fino al petto, al ventre e ancora più in giù. Non c’è pregiudizio parentale o di classe sociale che tagli i fili, e né la razionalità né la prudenza dell’Adulto staccano la spina. È soltanto il Bambino che produce l’accensione, ed essa avviene o non avviene”. Il fenomeno è molto simile a quanto si verifica con l’imprinting negli uccelli. È una reazione sensoriale più che personale, ed è soprattutto visiva. Altri sensi possono contribuire, e l’accensione può essere resa più vivida da sogni ad occhi aperti e glorificata da precedenti frustrazioni, ma il lampo di riconoscimento proviene quasi sempre dalla vista[2].”
È bene fare una breve descrizione delle prove che Psiche deve superare, in quanto esse rappresentano le “Ego Functions” descritte da Perls, sulle quali soffermarci in caso di un blocco allo slancio dell’intimità.
Per Perls l’Io inizia ad esistere e a funzionare solo nei punti di confine, quando il Sé incontra l’”estraneo” ed è in quel momento che si possono determinare i confini del campo personale e quello impersonale. La capacità di incontrare l’altro è evidenziata e allenata nelle 4 prove che Psiche affronta:
1. Dividere i semi (Meditazione e Separazione): Afrodite chiede a Psiche di distinguere tutti i semi presenti in un unico mucchio e dividerli per categorie prima di sera. L’arduo compito viene svolto grazie all’aiuto di un’armata di umili formiche.
Spesso le situazioni difficili sono accompagnate da un groviglio di sentimenti conflittuali e affetti contrastanti. Si tratta di un compito interiore che consiste nel guardarsi dentro, vagliare i sentimenti, i valori e le motivazioni al fine di separare ciò che è veramente importante da ciò che non lo è. Fidarsi delle proprie formiche significa fermarsi nella propria confusione/disorientamento fino a raggiungere una chiarezza interiore. Le formiche riguardano l’intuizione, che opera al di là del controllo cosciente, essa è legata al sentire sé stessi facendo affidamento nella propria bussola interiore. La chiarezza può derivare anche da uno sforzo cosciente di fare una valutazione sistematica e logica, per poter reperire all’esterno dei punti fermi verso i quali indirizzarci. Si tratta di stabilire le priorità tra i molti elementi che una decisione comporta;
2. Prendere un fiocco di lana del Vello d’Oro (conquistare potere, raggiungere un obiettivo mantenendo la propria parte tenera e amorevole, facendo leva sull’energia e la curiosità della nostra parte bambina): l’ordine è di prendere dei bioccoli del vello d’oro dei terribili arieti del sole, aggressivi e con le corna, che si trovano lontano e lottano tra loro. Andare lì significa essere uccisa. Questa volta arriva in suo aiuto una canna dal fiume, che le consiglia di aspettare il calar del sole, quando cioè gli arieti si disperdono e si addormentano. Solo allora potrà strappare qualche filo del loro mantello dai rovi contro cui si sono strofinati. Il vello d’oro rappresenta il potere, che Psiche deve conquistare senza lasciarsi calpestare. Nell’ambito della competizione o nei momenti in cui ci si spoglia della propria corazza (entra in gioco la vergogna) c’è il rischio di essere calpestati, feriti, delusi. Quindi è necessario aspettare, osservare e agire gradualmente o per altre vie, e necessario programmare il proprio agire.
3. Riempire l’ampolla di cristallo (visione prospettica/assimilazione/costruzione): Afrodite chiede a Psiche di riempire un’ampolla in un torrente inaccessibile. Quest’acqua precipita da una sorgente posta alla sommità della roccia più alta, fino alle profondità degli inferi, prima di riapparire sulla terra, sgorgando di nuovo dalla fonte. Questo corso rappresenta il flusso circolare della vita in cui Psiche deve immergersi per poter riempire l’ampolla. Quando vede la corrente ghiacciata che scorre nella gola profonda della roccia sorvegliata da draghi, capisce di non farcela. Questa volta la soccorre un’aquila (la capacità di vedere il paesaggio da una prospettiva distante e più ampia e di piombare giù in modo da prendere ciò che le è necessario). Tenere una distanza emotiva in alcuni rapporti o momenti permette di avere una visione complessiva e di acquisire i dettagli necessari che le permetteranno di cogliere ciò che è per lei significativo. Allora potrà assimilare l’esperienza e dare alla sua vita la forma che può assumere;
4. Imparare a dire No (scelta e affermazione dell’identità[3]): Psiche dovrà scendere negli Inferi con un piccolo scrigno che Persefone dovrà riempire con l’unguento dell’eterna giovinezza. Psiche equipara questo compito alla morte e pensa di buttarsi giù da una torre. Ma è proprio la torre a consigliarla (l’importanza dei fattori positivi legati al cambiamento=morte). A Psiche viene detto che incontrerà gente supplichevole che le chiederà aiuto, e per tre volte lei dovrà chiudere il cuore alla compassione, ignorare i lamenti e andare oltre. Se non lo farà rimarrà per sempre nel mondo degli Inferi. Stabilire una meta e mantenerla di fronte alle richieste di aiuto è difficile per una donna, tranne per le dee vergini. Psiche dicendo 3 volte NO attua l’esercizio della scelta e come vedremo anche del dare forma alla propria identità.
Attraverso queste prove Psiche si evolve, via via che coraggio e determinazione vengono messi alla prova, sviluppa “capacità e forza”. Nonostante questo, sceglie di rispettare la sua natura e le sue priorità, decidendo comunque di rischiare tutto per il suo amore e vince.
Bibliografia
Bassi G. e R. Zamburlin (1996) Il valore dell’intimità, Pavia, Casa del Giovane, Pavia.
Berne E. (2000) Ciao…E Poi? La psicologia del destino umano, Milano, Bompiani.
Berne E. (2017) Fare l’amore, Milano, Bompiani.
Bolen J. S. (1991) Le dee dentro la donna, Roma, Astrolabio-Ubaldini.
Buscaglia L. (1993) Nati per amare, Milano, Mondadori.
Lowen A. (1989) Amore, Sesso e Cuore, Roma, Astrolabio-Ubaldini.
[1] Apuleio, scrittore romano orginario dell’Africa vissuto nel II secolo d.C.. Ne parla in quello che viene considerato uno dei primi “romanzi” della letteratura latina: L’asino d’oro (conosciuto anche con il titolo de Le metamorfosi). La favola, come la chiama lui, occupa tre dei dodici libri di cui è costituita l’opera (il quarto, il quinto e il sesto).
[2] Fare l’amore, p.114.
[3] Lowen